In questi giorni di ansia per le sorti del Paese mentre molti genitori si interrogano sul futuro della propria famiglia e sul governo che (speriamo) verrà, sul mio computer è apparsa un’email dei capi Scout di mio figlio, il gruppo 37 di Milano. E improvvisamente mi è sembrato di essere in un’altra Italia. “Carissimi – è il testo della lettera – , noi capi abbiamo fatto un lungo percorso per arrivare alla definizione degli obiettivi della nostra azione educativa nei prossimi 3 anni. Siamo partiti da un’analisi degli attuali comportamenti e valori dei ragazzi e da un’analisi dell’ambiente in cui vivono. Abbiamo definito una lista di comportamenti che vogliamo aiutare a sviluppare con le nostre attività”.
Gli obiettivi sono scritti in modo positivo, cioè al ragazzo è chiesto di fare qualcosa e non di non fare qualcosa. Questo principio è alla base del metodo scout, che vuole appunto un’educazione positiva, atta cioè a produrre una risposta nuova nel ragazzo e non ad inibire o limitarlo con dei divieti.
Ed ecco la lista:
1. Dà valore al suo tempo e alle attività a cui partecipa: conosce i propri limiti e progetta di conseguenza i propri impegni
2. Scopre e ricerca il confronto con l’altro: quando esprime un’opinione o un’esigenza, considera anche quelle degli altri.
3. Riconosce l’autorità, ascolta e argomenta. Non si chiude nelle sue convinzioni.
4. E’ competente, sa fare le cose, e mette le sue conoscenze al servizio degli altri.
5. Fa quello che dice. Non si rimangia la parola data.
6. Comunica con coetanei e adulti con il mezzo e il modo più efficace per ogni situazione. Evita parolacce e volgarità.
7. Usa e conserva le sue cose e quelle altrui con cura; piuttosto che ricomprare, ripara.
8. Sa divertirsi e passare il tempo anche facendo a meno della tecnologia (esempio: computer, cellulari, videogiochi…)
9. Conosce il confine tra pubblico e privato perché ha sviluppato un senso del pudore e della decenza.
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