sabato 21 giugno 2014

CI VUOLE UN BEL CORAGGIO..... per fare i Capi Scout!



 Davvero ci vuole coraggio per fare i capi scout? 
Sì, anche se non ci viene spontaneo ricordarlo. Quando capita di porci la domanda “Ma chi me lo fa fare di fare il capo?!”, la risposta “Perché sono coraggioso” non è la prima che viene in mente. Epperò, tutte le altre risposte che ci diamo (“Perché amo il servizio”, “Perché educare è il mio modo per lasciare il mondo un po’ migliore” ecc.) a ben guardare hanno nel fondo quella motivazione di cui non sempre siamo consapevoli ma che è bene riconoscere: noi siamo capi perché siamo coraggiosi. Perché ci vuole coraggio a mettere tanto del nostro tempo (quindi tanta della nostra vita) a disposizione degli altri.

Ci vuole coraggio per “dare senza contare”
Senza contare le ore dedicate alle riunioni con i ragazzi, le serate passate agli incontri di staff, di Comunità Capi o in Zona, i giorni e le settimane intere impiegate per i campi delle unità, per le Route o per i Campi di formazione… Ci vuole coraggio per fare tutto questo anche quando l’entusiasmo si attenua e prevale la sensazione dello sforzo e della fatica. Allora, insieme al coraggio, vengono fuori anche il nostro carattere, le nostre convinzioni, la nostra tenacia… Ci vuole coraggio, a volte, per non mollare!



Ci vuole coraggio a fare gli educatori e a trasmettere i valori in cui crediamo quando tutto intorno a noi sembra “remare contro”; quando è chiaro che stiamo andando controcorrente e non sappiamo quanto i nostri sforzi riusciranno a orientare le scelte dei nostri ragazzi nella direzione che vorremmo.

Educare oggi significa far nascere nel cuore dei ragazzi e dei giovani l’urgenza di una prospettiva nuova, che li faccia guardare con fiducia al futuro e che li aiuti ad affrontare e a dare risposta a problemi e interrogativi che sanno di non potere rimandare all’infinito...
Ma per fare questo – oltre ad avere già percorso per primi la strada sulla quale si vuole guidare anche i nostri ragazzi e le nostre ragazze – ci vuole coraggio! Ed è un coraggio che i ragazzi e i giovani spesso non riescono a darsi da soli: occorre aiutarli, fare intravvedere la bellezza di un cammino che ha condotto noi e può condurre anche loro ad avere maggiore sicurezza, maggiore serenità vera, non la tranquillità ingannevole che viene dal non voler affrontare i problemi.



Ci vuole forse ancor più coraggio nel momento in cui l’essere capi credenti sollecita direttamente le nostre scelte in campo morale ed esige una coerenza talvolta non facile, che viene sentita come un peso insopportabile, perché ancora ci pone nella condizione di chi procede contro corrente.

A volte ci vuole il coraggio di portare il peso dell’incoerenza per potere proseguire nel cammino della fede, che è molto più grande e molto più luminoso di qualsiasi contraddizione.
Ed è importante che i ragazzi percepiscano, accanto alla nostra debolezza, anche tutta la forza del coraggio che ci rende perseveranti. Perché questo coraggio è contagioso e aiuta ad avere la forza della sincerità e dell’impegno, con tutta la fatica che questo può comportare.





"Ci vuole coraggio a fare i capi, certo. Ma guai a fare i capi senza coraggio: saremmo inutili e persino dannosi."

Stralci dell'articolo dell'articolo di Claudio Cristiani, componente della Redazione di "Scout Proposta Educativa" (Periodico dei Capi educatori dell'AGESCI) - Pubblicato sul N. 2/2014 della rivista.

Per chi volesse leggere tutto l'articolo...... ecco il Link - http://www.agesci.org/downloads/pe_2_2014.pdf




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