«Francesco ci chiama a essere veri educatori»
L’Evangelii gaudium sollecita l’identità più profonda dell’Agesci e rilancia a guide e scout cattolici italiani la sfida di sapere essere autentici educatori in ascolto del mondo con i suoi rapidi cambiamenti. Un ascolto che fonda quella pedagogia del "fratello maggiore", fatta di condivisione e accompagnamento, in sintonia con il "carisma" dell’associazione. Ne sono convinti Marilina Laforgia e Matteo Spanò, presidenti del Comitato nazionale dell’Agesci.Che cosa vi ha colpito dell’esortazione apostolica di papa Francesco come scout e guide?
La Evangelii gaudium nella sua interezza e sin dalla introduzione ci "colpisce" e ci interpella. Tuttavia, forse prima che altri richiami, l’affermazione «i laici sono l’immensa maggioranza del popolo di Dio» da un lato sollecita la memoria delle motivazioni e delle riflessioni che hanno condotto l’Agesci, a partire dal 1976, ad assumere un ruolo attivo e propositivo nell’ambito del laicato cattolico e quindi della Chiesa italiana e dall’altro rafforza la consapevolezza di quanto l’Agesci possa fare nella e con la Chiesa per il mondo contemporaneo, nell’evangelizzazione di una società che si va trasformando a una velocità finora impensabile.
Sì, l’immagine missionaria della Chiesa, come Chiesa "in uscita", comunità di discepoli che prendono l’iniziativa, che accompagnano, che fruttificano, che festeggiano, esalta, in maniera sorprendente per noi, alcuni aspetti della nostra pedagogia e illumina il valore di alcuni fondamenti e strumenti del metodo educativo dello scautismo (pensiamo, per esempio, allo «spirito dell’impresa» che caratterizza la vita delle squadriglie di esploratori e guide). Nel richiamo a essere «realisti, ma senza perdere l’allegria, l’audacia, la dedizione piena di speranza» riconosciamo l’immagine delle Sentinelle di positività che abbiamo scelto di incarnare - a partire dal Progetto nazionale che sta orientando il cammino dell’Agesci in questi anni - per stare da cristiani nelle città, da educatori che accompagnano i piccoli e i giovani a riconoscere strade e prospettive per il futuro, e che a loro devono insegnare la forza della speranza e il coraggio della fedeltà.
(Intervista di Matteo Liut tratta dal sito del quotidiano L'Avvenire del 17.1.2014)
Per leggere tutta l'intervista:
Il testo dell'esortazione apostolica di Papa Francesco "Evangelii Gaudium"
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