sabato 16 gennaio 2016


CHI NON VIVE PER SERVIRE
(di Paola Fedato)

“Quello che dovete sapere di me…” cominciano così le lettere che circa 900 tra i rover e le scolte che hanno partecipato alla Route Nazionale R/S  del 2014 hanno scritto per raccontarsi e che l’Agenzia “Codici” ha raccolto per provare a restituirci un quadro d’insieme di questa generazione di ragazzi. Sfogliando le pagine di questo straordinario esperimento narrativo ci si imbatte in passaggi davvero intensi che strapperebbero un sorriso soddisfatto anche al più severo capo clan e capo fuoco: 
“Mi piace essere scout anche senza uniforme, mi piace rendermi utile senza che nessuno sappia del mio gesto, mi piace sapere che quella persona alla quale ho fatto un favore o alla quale ho donato qualcosa, sorrida senza sapere il mittente. E forse è questo quello che ci contraddistingue dalla altre persone. Non che abbiamo super poteri, ma sicuramente forza e coraggio” (F. 18 anni, Lazio).
Quello che traspare da questa, come da molte altre citazioni, è il segno profondo che lo Scautismo lascia nella personalità di questi giovani uomini e donne che si scoprono felici di essere utili e coraggiosi nel perseguire il bene.
L’opportunità di incontrare, nelle parole che hanno scelto per raccontarsi, le storie personali di alcuni dei protagonisti della Route ha confermato una convinzione che ho maturato mettendo a confronto il mio servizio di capo fuoco con la mia esperienza professionale di educatrice ed insegnante. La proposta educativa dello scautismo offre ai ragazzi la possibilità di vivere esperienze autentiche di relazione e protagonismo che fanno crescere in loro un’apertura all’altro e un senso di responsabilità verso il mondo davvero fuori dal comune.
Il Servizio per loro non è semplicemente una porzione di tempo libero da dedicare al volontariato; per i rover e le scolte delle nostre unità il servizio è uno stile, una chiave interpretativa dell’esistenza, un valore fondante che può dare senso alle scelte di una vita.
“Il mio desiderio è aiutare gli altri, sfondando le barriere della povertà, delle intolleranze e delle ingiustizie. E se questo è il mio sogno sicura che tanti altri miei coetanei ne abbiano altrettanti” (F., 19 anni, Piemonte).

Per chi vuole leggere il resto l’articolo tratto dalla Rivista per Capi dell'AGESCI, n. 4/2015, "PROPOSTA EDUCATIVA" può cliccare nel link sottostante:


http://www.agesci.it/download/riviste/proposta_educativa/2015/2015-15-Proposta-educativa-4.pdf





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